Programma di formazione Blockchain e Criptovalute

Capire la Blockchain e come sono create le criptovalute ti permette di operare nel Web3 in modo consapevole e senza paura. Il Web3 o Blockchain ti aprirà ad un mondo più democratico slegato dal classico sistema che ci tiene sotto controllo in ogni cosa che facciamo su Internet. Rivoluziona sia la finanza che numerosissime altre applicazioni d’uso che questa nuova tecnologia rende pressochè infinite.

Il programma di formazione Blockchain e Criptovalute da 0 a 100, sarà organizzato in lezioni numerate con a supporto slide, pdf e anche video tutorial. I video tutorial sono pubblicati sul canale YouTube di Tech Master Crypto quindi iscriviti!

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I contenuti sono realizzati con cura prediligendo semplicità e seguendo un percorso corretto di apprendimento, per partire da 0 e arrivare a 100 con facilità. Ma bando alle ciance iniziamo subito.

“LEZIONE N. 1 – IL GLOSSARIO DEI TERMINI

BLOCKCHAIN o WEB 3: letteralmente “catena di blocchi”.

É un protocollo di comunicazione, (come il famoso protocollo di comunicazione TCP/IP (quello che ci serve per navigare in Internet per intenderci, che usa un sistema Client/Server centrale). La blockchain identifica una tecnologia basata sulla logica del database distribuito (un database in cui i dati non sono memorizzati su un solo computer centrale ma su più macchine collegate tra loro, chiamate nodi, in un sistema di rete peer to peer).

É immodificabile quindi “eterno”, condivisa e “immutabile”. È definita come un registro distribuito i cui dati sono raggruppate in “blocchi” concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. In ogni blocco sono registrate in maniera permanente le transazioni delle criptovalute che si appoggiano a quella determinata Blockchain, così da non poterle falsificare, perdere o cancellare. Normalmente è di pubblico dominio (ce ne sono anche di private e in consorzio) e viene utilizzato per registrare le transazioni e/o gli smart contract delle criptovalute o App decentralizzate dette Dapp.

Nel 2008 Satoshi Nakamoto, di fatto, è stato l’inventore della prima blockchain creando la blockchain BITCOIN (BTC). La seconda blockchain inventata da Vitalik Buterin nel 2013 è stata ETHEREUM (ETH).

PROTOCOLLO: è un software dove sono memorizzate le regole predefinite e standard di comunicazione tra 2 o più entità.

PEER TO PEER: letteralmente “da pari a pari, da 1 a 1 senza intermediari”.  É un tipo di rete informatica o protocollo in cui tutti i nodi hanno pari gerarchia. Viene normalmente indicata con l’abbreviazione: P2P. Vi ricordate lo scambio di file musicali con Napster o Emule? Esso avveniva direttamente da pc a pc senza passare da un server centrale.

SMART CONTRACT: è un software, un programma sviluppato e memorizzato, fatto girare su una blockchain. Può essere uno smart contract di una criptovaluta o un programma che esegue determinate operazioni.

MONETA FIAT: moneta emessa da una Banca Centrale di Stato come Euro, Dollari, Sterlina, Yen, ecc. Praticamente la moneta che usiamo tutti i giorni, che sia cartacea o in metallo o elettronica, usata anche attraverso i pagamenti con carta di credito o debito, prestiti o bonifici.

CRIPTOVALUTA o COIN: è una valuta digitale, crittografata, basata sulla propria tecnologia Blockchain e non su quella di un’altra blockchain. Si definiscono quindi di tipo native.

ALTCOIN: moneta alternativa e indica qualsiasi altra coin o criptovaluta nata dopo Bitcoin. ETH della blockchain di ETHEREUM è considerata una altcoin anche se la sua potenza e utilità supera quelle di Bitcoin perchè ha il primato di essere nata per prima.

TOKEN: sono “monete o gettoni” e vengono utilizzati per rappresentare le risorse digitali che sono fungibili e negoziabili, dalle materie prime ai diritti di voto. Tuttavia, anziché operare sulla propria blockchain (perché non ne hanno una propria, i token sono creati si appoggiano ad un’altra blockchain, come per esempio ETHEREUM.

STABLECOIN: letteralmente “moneta stabile”, sono asset digitali che godono delle garanzie e delle proprietà tipiche delle criptovalute, ma il cui prezzo è stabilizzato rispetto ad un bene di riferimento come l’oro o il dollaro. Un esempio è Theter (USDT) legata al prezzo del dollaro. Di solito le stablecoin on hanno la propria blockchain ma si appoggiano ad altre.

MEMECOIN: sono criptovalute nate quasi per gioco, ispirate appunto ai meme che si trovano su internet e diventati virali grazie alla community che la diffonde. Le Meme Coin non hanno valore intrinseco e sono create senza alcun fine di utilizzo. Non servono a nulla e non risolvono nessun problema nell’ecosistema blockchain vedi DOGECOIN.

SHITCOIN: il termine è stato coniato per indicare quelle criptovalute che non hanno valore sul mercato o che ne hanno uno presso che irrisorio, e che non hanno alcuna utilità immediato evidente. Non servono a nulla e non risolvono nessun problema nell’ecosistema blockchain. Vedi SAFEMOON.

NFT: Un token non fungibile (NFT) è un tipo speciale di token crittografico concepito per fornire la rappresentazione digitale unica di un dato oggetto, che questo sia virtuale o fisico. A differenza di valute come il Bitcoin, e di token fungibili come gli utility token, gli NFT non sono intercambiabili tra loro, come la vostra carta d’identità non lo è con un’altra.

WALLET: è come se fosse la vostra App della vostra banca. Quindi è un portafoglio virtuale per conservare, inviare e ricevere le monete digitali o criptovalute. Esso contiene la chiave privata, per apporre la firma digitale necessaria all’esecuzione di una transazione in uscita (cioè fare un pagamento) ed un indirizzo pubblico di deposito (come se fosse il tuo iban bancario) per le transazioni in entrata, cioè ricevere un pagamento. Ne esistono di diversi tipi per caratteristiche ma che vedremo in seguito.

INDIRIZZO del WALLET: è un numero che identifica il “numero di conto” di un Wallet. É come il codice IBAN bancario che serve ad indicare “dove” effettuare un determinato pagamento.

EXCHANGE: è una piattaforma per la compravendita di criptovalute. Non sono molto differenti dalle piattaforme broker come eToro per la compravendita di azioni, CFD, ecc. Infatti anche queste piattaforme ora includono la possibilità di scambiare le principali criptovalute.

CEX o scambi centralizzati: letteralmente significa exchange centralizzato, infatti sono simili ai broker tradizionali come eToro, Plus500, Avatrade. La società quindi ha un CEO e i dipendenti hanno il controllo dei portafogli di tutti i clienti, solo che trattano assets in criptovalute invece di azioni.

DEX o scambi decentralizzati: uno scambio decentralizzato non è gestito da nessuno. Viene regolato da uno smart contract e quindi non ha né CEO né dipendenti. Lo scambio è eseguito pear to pear sulla tecnologia blockchain. Gli scambi decentralizzati non hanno quindi intermediari come la banca neppure per scambiare e mantenere la criptovaluta affinché il processo sia più veloce che in uno scambio centralizzato. Sono sistemi detti permission less, cioè non devi chiedere permesso o autorizzazione a nessuno. Ecco che da qui nasce il concetto di finanza decentralizzata.

DeFi: è l’abbreviazione di finanza decentralizzata, il concetto attorno al quale gira tutto il sistema economico della blockchain. Vedi DEX.

CeFi: sono le entità centralizzate come scambi di criptovalute centralizzati. La maggior parte dei fornitori di servizi CeFi tende a rispettare le normative delineate dalle autorità locali in cui operano. Queste normative rendono obbligatorio per le istituzioni finanziarie centralizzate come le borse e le piattaforme di trading implementare le pratiche Know Your Customer (KYC) e Anti Money Laundering (AML). In CeFi, le società e le istituzioni centralizzate conservano i tuoi fondi nei loro portafogli di custodia. Questi portafogli crittografici memorizzano le chiavi private degli utenti. In cambio, questi servizi forniscono ai clienti servizi diversi. Il trading di criptovalute è attualmente una delle soluzioni più comuni abilitate dalla finanza centralizzata. Oltre al trading, le società che rientrano in CeFi forniscono ai propri clienti servizi come prestito, prestito, negoziazione di margini, ecc.

DAPP: sono delle vere e proprie applicazioni decentralizzate che girano per il loro funzionamento sulla blockchain. Di fatto sono smart contract con la loro interfaccia grafica, simile alle App che conosciamo, ma decentralizzata perché su blockchain. Un loro comune utilizzo è proprio quello di mettere in comunicazione il venditore di un servizio o criptovaluta con gli acquirenti in maniera semplice e intuitiva.

DAO: Organizzazione Autonoma Decentralizzata è un concetto estremamente affascinante. Un progetto su blockchain si definisce, o diventa, una DAO nel momento in cui la sua rete diventa completamente autogestita e autosostenibile. Questo significa che non ci saranno più delle cariche che possano espletare poteri esecutivi al suo interno, demandando l’intero processo decisionale ai titolari di token di quella specifica blockchain. Un esempio che si collega perfettamente a ciò che accade nel mondo dei giochi play-to-earn (gioca e guadagna) e ad alcuni Metaversi.

“LEZIONE N. 2 – IL GLOSSARIO DEI TERMINI

PREMESSA

La prima lezione è stata credo per tutti voi piuttosto semplice da capire. A volte ho semplificato alcuni termini commettendo delle imperfezioni che un ingegnere informatico potrebbe individuare ma è stato fatto questo, per permettervi di comprenderne il concetto di base, valutandolo come metodo migliore per l’apprendimento, senza scendere in tecnicismi che potrebbero scoraggiare i più. Ho fatto fatica a trovare informazioni accurate, giuste nei loro termini e non contrastanti. Spesso siti accademici, tutorial web, ecc. scrivono articoli solo per essere indicizzati su Google e venderti un servizio più che fare reale formazione avendo realmente capito quello che scrivono, creando di fatto confusione sulla tecnologia blockchain.

Il lavoro fatto e che farò per Voi vi farà risparmiare molto tempo, avendo creato, organizzato ed eliminato tutto quello che non serve per ottenere un percorso di apprendimento chiaro, semplice e soprattutto utile per capire e poi operare senza paura in modo consapevole nel WEB3. Il FUTURO di INTERNET.

Se ti stai chiedendo cos’è il WEB3, allora non hai letto o visto la prima lezione di questo corso. Attualmente TU conosci il WEB 2.0. L’internet interattivo dei social, YouTube ecc. L’utente non è più solo passivo come nel WEB 1.0, ma può interagire con le piattaforme, postare e creare contenuti senza saper programmare.

TIPI DI BLOCKCHAIN: ci sono le pubbliche, le private ed in consorzio è sono le più usate.

BLOCKCHAIN PUBBLICHE: le blockchain pubbliche consentono a chiunque di farne parte. Sia come utente, miner o amministratore di un nodo, le persone possono accedere alla rete e farne parte senza alcuna restrizione. Il funzionamento della rete è completamente trasparente e aperto. I dati della blockchain sin dal suo inizio sono disponibili a tutti senza restrizioni. Chiunque può esaminare o controllare il funzionamento della rete e del suo software. Non ci sono entità centralizzate. Le reti pubbliche sono completamente decentralizzate e non esiste un’autorità centrale che ne regola il funzionamento. Attraverso gli explorer di blockchain è possibile ad esempio, conoscendo un indirizzo pubblico (l’iban nostro o di un qualsiasi wallet), possiamo vedere tutte le transazioni avvenute di quell’indirizzo del wallet e anche il contenuto attuale del wallet. Non è nominativo ma anonimo ma se sappiamo di chi è quell’indirizzo, chiunque può sapere cosa abbiamo nel wallet, quindi occhio! Nessuno ve lo dice, in oltre 3 anni non ho sentito nessun pseudo esperto youtuber o pagina web, dire una cosa simile. La sicurezza prima di tutto!

BLOCKCHAIN PRIVATA: successivamente, con l’evoluzione della tecnologia blockchain e la sua espansione, molte aziende si sono interessate ad essa. Ciò ha portato allo sviluppo di soluzioni blockchain private o autorizzate. Questo tipo di blockchain ha generalmente gli stessi elementi di una blockchain pubblica, ma a differenza di questi, le blockchain private o autorizzate, dipendono da un’unità centrale che controlla tutte le azioni al suo interno.

Questa unità centrale è ciò che consente l’accesso agli utenti, oltre a controllare le loro funzioni e autorizzazioni all’interno della blockchain. Sono generalmente opzioni di sviluppo di software proprietario, sebbene ci siano anche sviluppi di software libero. Uno degli sviluppi più importanti della blockchain privata nel mondo delle criptovalute è Hyperledger. Questo progetto è stato avviato da Linux Foundation e diverse aziende del settore tecnologico sono il più grande esempio di blockchain privata. Possiamo anche menzionare il caso di Corda di R3 o Quorum di JPMorgan.

Tra le caratteristiche di questo tipo di rete possiamo citare:

L’accesso alla rete è limitato agli elementi che possono essere autorizzati solo dall’unità di controllo centrale. L’accesso al database o qualsiasi altro mezzo di informazione generato dalla blockchain è privato. Il mantenimento economico della blockchain dipende generalmente dall’azienda che supporta il progetto. Spesso le blockchain private non hanno criptovalute o attività minerarie.

BLOCKCHAIN IN CONSORZIO: il consorzio blockchain si trova a metà tra catene pubbliche e private, combinando elementi da entrambe. La differenza più marcata può essere osservata al livello di consenso. Invece di un sistema aperto (pubblico) in cui chiunque può convalidare blocchi o uno chiuso (privato) in cui solo una singola entità nomina i produttori di blocchi, una blockchain a consorzio presenta un numero limitato di nodi con uguale potenza che operano da validatori.

La visibilità della blockchain può essere limitata ai validatori, oppure visibile a persone autorizzate o a tutti.

Un consorzio blockchain sarebbe il più adatto in un contesto in cui diverse organizzazioni operano nello stesso settore, e richiedono un piano comune su cui eseguire transazioni o trasmettere informazioni. Partecipare a un consorzio di questo tipo potrebbe essere vantaggioso per un’organizzazione, in quanto consentirebbe di condividere informazioni sul settore con altri operatori.

Esempio organizzazioni sanitarie, governative, scientifiche, ecc.

MINING: significa “estrarre” ed è il meccanismo fondante della Blockchain di Bitcoin, utilizzato anche da altre criptovalute. É una pratica fondamentale per l’economia delle criptovalute, che consente a questi sistemi monetari di restare decentralizzati. Senza un organismo centrale, o una banca, qualcuno dovrà pur verificare che le transazioni presenti nei blocchi siano autentiche, altrimenti chiunque potrebbe attribuirsi un milione di dollari semplicemente scrivendolo sulla blockchain. Ebbene, i dispositivi utilizzati per il mining servono proprio per risolvere la crittografia di tutte le transazioni e verificare che siano autentiche. A loro volta anche i miner sono soggetti a controllo, perché altrimenti potrebbero loro stessi intestarsi delle transazioni illegittime. Per questo si parla di meccanismi di consenso. Ne esistono tanti e ogni blockchain ha il suo, Bitcoin procede per maggioranza assoluta, segnando come autentica una transazione verificata dal 51% dei miner attivi sulla rete.

Il nome deriva dal parallelismo tra i BTC e l’oro, nel quale è facile leggere la somiglianza tra i cercatori di pepite ed il ricercatore della soluzione all’algoritmo. Coloro che risolvono gli algoritmi sono chiamati “miners” e vengono ricompensati con una frazione di un nuovo Bitcoin per ogni transazione validata. Il “mining” è quindi il processo che guida l’emissione di nuovi BTC.

MINERS: o minatori, indica i soggetti economici (imprenditori) o i loro computers dedicati. che, grazie al loro lavoro computazionale (detto mining), estraggono le criptovalute di nuova emissione. In realtà le criptovalute vengono loro assegnate dal Protocollo informatico del Sistema decentralizzato, come ricompensa per la loro attività di controllo sulla regolarità delle transazioni.

STAKING: il processo di “staking” consiste nell’ acquistare e detenere criptovalute e tenerle bloccate in un wallet e ricevere profitti o premi. Le criptovalute sono bloccate per un determinato tempo e non puoi quindi trasferirle o venderle fino a scadenza. Allo stesso tempo contribuisce al funzionamento della blockchain di quella stessa criptovaluta che ne fa uso. Un esempio simile e quando compri dei Bot o CCT od obbligazioni in banca che tenendole ferme per un certo periodo, otterrai un interesse sul tuo deposito.

BLOCKCHAIN E “ALGORITMO DI CONSENSO”: Come ben sappiamo, la blockchain è la tecnologia che ha permesso di dare vita alle criptovalute e ogni criptovaluta ha una propria blockchain per conservare i registri delle transazioni effettuate. Ma sebbene esistano blockchain con differente consenso, hanno tutte una relazione in comune: le transazioni devono essere convalidate all’unanimità.

Per questo, ogni blockchain adotta un protocollo di consenso che garantisca in modo inequivocabile la validità di tutte le transazioni.

Nelle criptovalute, i saldi degli utenti vengono registrati in un database distribuito e concatenato. È fondamentale che tutti i nodi mantengano una copia identica del database, altrimenti, finiresti presto con avere informazioni contrastanti, compromettendo totalmente lo scopo del network di criptovaluta, che serve per garantire la validità dei dati e delle transazioni.

La crittografia garantisce che gli utenti non possono spendere le monete di altri, ma deve comunque esserci una singola fonte di verità su cui i partecipanti al network si basano, per riuscire a determinare se i fondi sono già stati spesi.

TIPI DI CONSENSO: PROOF of WORK, PROOF of STAKE

Il Bitcoin, utilizza il consenso Proof of Work (PoW) per il mining. Un processo che richiede una grande potenza di calcolo e che consuma molta elettricità (spesso rinnovabile o green).

Altre criptovalute, come Neo, Stellar, Algorand (e a breve Ethereum) utilizzano un altro meccanismo di consenso, noto come Proof of Stake (PoS). In questo algoritmo (PoS), sono le criptovalute archiviate, che vengono utilizzate per verificare le transazioni all’interno delle blockchain. Pertanto lo Staking è un processo particolarmente adottato nelle blockchain che operano con Proof of Stake.

PROOF of WORK (PoW): letteralmente “prova di lavoro”: è la prova che il miner deve fornire alla rete per aggiudicarsi la conferma del blocco che ha trovato per ottenere la ricompensa. È stato implementato per la prima volta in Bitcoin, ma il concetto è in circolazione da ben prima. Nella Proof of Work, i validatori (miners) elaborano tramite i dati che vogliono aggiungere fino a quando non producono una soluzione.

Nella Proof of Work, il protocollo stabilisce le condizioni che rende un blocco valido. É facilissimo per il network verificare se hai creato davvero il blocco giusto. Se i tuoi dati producono una soluzione valida, saranno accettati, e tu riceverai una ricompensa. Altrimenti, il network li respingerà e avrai sprecato tempo ed elettricità per niente.

PROOF of STAKE: “prova di possesso” è il meccanismo secondo cui i nodi sono conosciuti come validatori, sono loro i responsabili, come suggerisce il nome, di convalidare i blocchi generati.

La scelta di questi nodi validatori è un processo che avviene in modo casuale, molto simile a quello di una lotteria, sebbene abbiano una maggiore probabilità di essere scelti quei nodi che hanno il maggior numero di criptovalute in possesso e messe in staking. Come abbiamo già accennato, nel PoS la validazione dei blocchi non avviene tramite mining, ma viene effettuata da quei nodi che possiedono criptovalute. Quindi il PoS si basa sullo staking, incoraggiando gli utenti a conservare i propri fondi in un portafoglio per contribuire a supportare la rete e ottenere profitti.

Quindi, per fare staking, è sufficiente comprare una criptovaluta che consenta di utilizzare questo processo e usare il wallet ufficiale. Pertanto, conservando semplicemente queste criptovalute, è possibile ottenere premi dalla rete. Molto simile ad avere un conto di risparmio e ricevere interessi sui fondi.

Ci sono altri meccanismi di consenso per blockchain ma per ora ci fermiamo ai 2 più utilizzati.

ICO: Initial Coin Offering, è il processo di lancio sul mercato di un nuovo progetto di una nuova moneta o crypto non ancora disponibile. Attraverso una ICO, un team di persone, sviluppatori ecc. possono raccogliere, attraverso un sito web, i fondi necessario per il finanziamento del suo progetto crypto e in cambio offriranno ai suoi finanziatori un quantitativo di criptovaluta a prezzo fisso scontato, prima che sia approdata sul mercato.

COME VALUTARE UNA NUOVA CRYPTO O PROGETTO NASCENTE?

Analizzando, il team, il White/Lite paper, roadmap del progetto e la sua tokenomics, ma vediamo in sintesi cosa sono.

TEAM DI SVILUPPO: sono le persone che stanno dietro al progetto, le persone e gli sviluppatori della crypto, quindi tutte le persone che contribuiscono alla realizzazione del progetto.

WHITE PAPER/LITE PAPER: è come se fosse il business plan del progetto. Ne evidenzia lo scopo, la mission, che cosa intendono realizzare con il progetto, che problema risolvono e come, ecc. Non tutti sono in grado di comprenderlo appieno perché ci sono parti molto tecniche che solo sviluppatori o informatici possono capire, quindi ultimamente si sta adottando il Lite Paper che è più leggero ed è scritto soprattutto per gli investitori.

ROADMAP: è il percorso definito in step degli obbiettivi prefissati nel tempo che il progetto si prefigge di raggiungere. Rispettare la roadmap annunciata nel sito web, fa aumentare la fiducia nel progetto da parte degli investitori.

TOKENOMICS: sono le regole che definiscono l’economia della criptovaluta o token. Come viene ripartita, rilasciata, a che prezzo e con che interessi ecc.

SEED PHRASE: la frase seed sono di 12 o 24 parole, create e generate dal wallet che intendi utilizzare, crittografando la frase seed in chiave privata. Quando crei un wallet ti viene chiesto di scrivere queste parole e conservarle in un luogo sicuro. Di fatto le tue crypto non risiedono digitalmente sul wallet, ma sono memorizzate nella blockchain; la tua chiave privata o frase seed, identificano in modo univoco quali crypto e che quantità possiedi, leggendo il dato sulla blockchain. Ecco che quando perdi il tuo wallet o lo cancelli o dimentichi la password di accesso, puoi aprire un nuovo wallet e recuperare le tue crypto inserendo la recovery seed, cioè la tua frase seed di 12 o 24 parole, recuperandone il contenuto. Mantieni sempre sicura la tua frase seed e fai attenzione che nessuno se ne impossessi.

COME CUSTODIRE LE PROPRIE CRYPTO IN UN WALLET? QUI 3 MODI:

1-COLD WALLET (NON CUSTODIAL): per cold wallet o wallet non custodial si intende che la custodia della tua chiave privata o seed le detieni tu e nessun altro. La chiave privata è la chiave per spendere le tue crypto, chi possiede questa chiave può spendere le crypto di quel wallet. Questo è il modo più sicuro per conservare le tue crypto. Il più grande rischio per i cold wallet è la possibilità di perdere la chiave privata, quando la perdi non sarai più in grado di accedere nuovamente al tuo wallet e quindi alle tue crypto. Un wallet non custodial è un wallet in cui solo il titolare possiede e controlla le chiavi private. Per gli utenti che desiderano pieno controllo sui propri fondi, i wallet non custodial sono l’opzione migliore. Puoi fare trading di criptovalute direttamente dal tuo wallet. È una buona opzione per i trader e gli investitori esperti, che sanno come gestire e proteggere le loro chiavi private e la loro frase seed.

Avrai bisogno di un wallet non custodial quando interagisci con un exchange decentralizzato (DEX) o un’applicazione decentralizzata (DApp). UniSwap, SushiSwap, PancakeSwap sono esempi popolari di exchange decentralizzati che richiedono un wallet non custodial.

Trust Wallet e MetaMask sono ottimi esempi di servizi per wallet non custodial. Ma ricorda che con questi wallet sei TU il solo responsabile della sicurezza della tua frase seed e della tua chiave privata.

A questo link trovate l’articolo ed il video tutorial su come installare MetaMask correttamente, (la procedura è simile per qualsiasi wallet, quindi anche per Trust Wallet): https://www.techmaster.cloud/come-installare-creare-un-wallet-ethereum-metamask-estensione-broswer/

2-HOT WALLET (CUSTODIAL): i wallet custodial sono dei portafogli per criptovalute gestiti da terze parti a cui ti rivolgi per custodire ed usare i tuoi fondi. Molto spesso si tratta di siti web o Exchange o app che conservano le tue criptovalute e ti permettono di usarle a piacimento. Di solito accedi ai wallet custodial tramite password o PIN. Simile ad una banca (che se ci pensi, è il custodial del denaro che conservi presso le loro casseforti). Un tipico esempio è l’exchange (esempio Binance e Coinbase) dove compri e lasci le criptovalute. Se compri Bitcoin su Binance e li lasci li, Binance sta facendo da custodial dei tuoi fondi. I wallet custodial quindi presuppongono fiducia nella terza parte che ti offre il servizio. Fiducia che non scappi con i tuoi soldi, che non fallisca, che non venga hackerata, che non venga costretta a negarti l’accesso ai tuoi fondi per qualche simpatica novità legale ecc. I wallet custodial ti danno insomma meno responsabilità sui tuoi fondi ma ti accollano altri rischi. Tuttavia, l’utilizzo di un wallet custodial non è necessariamente una cosa negativa, l’importante e affidarlo ad una piattaforma sicura e affidabile.

3-HARDWARE WALLET: un hardware wallet è un dispositivo fisico esterno tipo chiavetta USB o Pen drive, che può essere collegato al computer o smartphone tramite USB e/o Bluetooth. Un hardware wallet può contenere uno o più portafogli, in grado di effettuare transazioni in un ambiente protetto.

La chiave privata non raggiungerà mai l’ambiente online. Un hardware wallet è il modo più sicuro per conservare le tue crypto in un ambiente isolato mentre si mantiene la possibilità di effettuare transazioni in tempo reale quando connesso ad Internet. Essi hanno il loro software interno e/o App e ti consentono anche di usare i Cold Wallet No Custodial come MetaMask e Trust Wallet sia come App che come estensione del Broswer (navigatore che usi per Internet, esempio Chrome, Microsoft Edge, Brave, Mozzilla Firefox).

“LEZIONE N. 3 – IL GLOSSARIO DEI TERMINI

PREMESSA

Anche se siete nuovi all’interno del mondo delle criptovalute o comunque non siete a conoscenza di tutto ciò che c’è dietro, sicuramente avrete sentito parlare di strumenti di finanza centralizzata, più comunemente indicata come CeFi tra cui gli exchange come CoinbaseBinance, per intenderci. Tuttavia, ciò che ora sta catturando l’interesse di milioni di investitori è indubbiamente la finanza decentralizzata, più comunemente indicata come DeFi.

Se la finanza centralizzata contiene già una terminologia un pò complicata per i nuovi del settore, come appunto, swap, volume, pump, dump, scalping, short-term, long-term e chi più ne ha più ne metta, i termini della DeFi sono “leggermente” più tecnici e ostici, soprattutto per chi non ha dimestichezza con questi strumenti e non conosce le logiche che dominano la blockchain.

Ma non preoccupatevi, questa guida alla terminologia della DeFi è pensata per tutti coloro che vogliono addentrarsi in questo settore tanto profittevole quanto rischioso per certi versi, ma comunque obiettivamente interessante e innovativo. Vediamoli insieme, ma prima vi espongo i termini CEFI citati prima.

SWAP: scambio di una moneta con un’altra. Swappare significa appunto scambiare una crypto con un’altra, esempio Swappo ETH per USDT, equivale a comprare con ETH in mio possesso, USDT, la stable-coin legata al prezzo del dollaro. Vedi per esempio i DEX UniSwap, SushiSwap, PancakeSwap.

VOLUME: per volume si intende quante persone stanno facendo transazioni su una coppia di trading. Pochi volumi significa, poche persone che stanno facendo operazioni, molti volumi che ce ne sono tante.

PUMP: gli operatori esaltano all’impazzata il prezzo di un titolo, di una moneta. Siamo nella fase di pump: il prezzo sale vertiginosamente, fino ad un prezzo massimo (prezzo di top). Poi, raggiunto un punto prefissato, il prezzo comincia a scendere.

DUMP: Il contrario del PUMP. Raggiunto un top price, dampano la crypto (vendono in massa per prendere profitto) ed il prezzo crolla velocemente.

SHORT-TERM: a breve termine. Esempio, un investimento a breve termine.

LONG-TERM: a lungo termine. Esempio, un investimento a lungo termine.

SCALPING: tecnica di trading (comprare e vendere o tradare) in un arco di tempo brevissimo; in un intervallo di pochi minuti e massimo un’ora.

 DEFI – INTRODUZIONE E TERMINI BASE

Per DeFi si intendono tutti quei servizi finanziari che girano su blockchain e che, a differenza degli strumenti centralizzati, in cui sono presenti degli enti maggiori come aziende o società private, operano senza alcun intermediario.

I DEX sono PERMISSION-LESS (senza permesso), cioè che posso operare senza dover chiedere l’autorizzazione o il permesso a nessuno. Posso comprare, vendere, chiedere un prestito, bloccare dei fondi che possiedo e ricevere interessi, ecc.

Ciò è possibile grazie all’utilizzo degli smart-contracts, dei veri e propri contratti intelligenti che sanciscono l’accettazione di determinate condizioni in maniera del tutto automatica, registrando tutti i dati sulla rete.

Quindi, quando entrate in un qualsiasi protocollo DeFi o DEX, che sia esso Uniswap, PancakeSwap, SushiSwap o qualsiasi altro DEX di vostra preferenza, è opportuno ricordarvi che non ci sarà nessun altro all’infuori di voi stessi. Proprio per questo motivo, molti utenti non utilizzano la DeFi per mancanza di competenze tecniche, o semplicemente perché non vogliono imparare da soli ad utilizzare questi strumenti che, per quanto possano sembrare complicati, sono davvero efficienti.

In particolare, sulle piattaforme DeFi, è possibile accedere a diverse opzioni di prestito fondi, deposito con interessi fissi o flessibili, e molte altre soluzioni di guadagno ‘’passivo’’ con remunerazioni decisamente più alte rispetto ad una banca. Infatti, se le soluzioni della finanza centralizzata sono già remunerative, quelle della finanza decentralizzata sono nella maggior parte dei casi ancora più alte. Una volta entrati in un qualsiasi protocollo DeFi, i termini che noterete più spesso saranno:

TRUST-LESS: è il concetto per cui la cui sicurezza è garantita senza la necessità dell’intermediazione di un garante fiduciario, la DEFI è un esempio.

FEE: è la commissione sulle transazioni di compra e vendita di crypto o tokens sia essa avvenga in exchange centralizzati che decentralizzati.

GAS: sentiamo spesso parlare di gas fee quando si parla di crypto. Come le macchine hanno bisogno di benzina, anche gli enormi impianti di mining hanno bisogno di pagare la bolletta e trarre un guadagno dal lavoro. Le transazioni effettuate su blockchain sono quindi soggette a specifiche e precise commissioni per premiare i miners, senza le quali le transazioni non potrebbero andare a buon fine.

AMM: (Automated Market Maker). Se prima dell’esistenza dei Market Maker automatici c’erano grosse difficoltà nel gestire gli order-book degli exchange decentralizzati, che spesso riscontravano una grande carenza di ordini, l’invenzione degli AMM ha senza alcun dubbio rivoluzionato il settore. Infatti, grazie a questi strumenti, la DeFi è quasi rinata, e consente agli investitori di scambiare i propri asset grazie alla presenza delle Liquidity Pool.

Il problema, infatti, sta proprio nel fatto che spesso non c’era abbastanza liquidità nel mercato per coprire l’ordine. Adesso, però, alcuni investitori forniscono liquidità (guadagnando commissioni come vedremo più avanti), e gli altri possono chiudere i loro ordini in quanto è presente liquidità a sufficienza per farlo. in questo senso, gli AMM gestisce tutti i processi che stanno dietro questa logica in maniera completamente automatica, calcolando il controvalore in tempo reale.

APY o APR: sia l’APY che l’APR si riferiscono al tasso di interesse sul proprio investimento. Tuttavia, la differenza sostanziale sta nel fatto che l’APY tiene anche conto della capitalizzazione, mentre l’APR no. Quindi, l’APY funziona come un interesse composto, che rende mediamente di più rispetto all’APR.

HODLER: termine nato per un errore di battitura e diventato l’acronimo di “hold on for dear life”, ovvero “tieni duro per rimanere in vita”. La parola corretta sarebbe “holder o hold”, a indicare l’atteggiamento di chi “conserva” le proprie monete virtuali anche quando il valore cala, fiducioso in un apprezzamento nel lungo termine.

TOTAL VALUE LOCKED (TVL): ogni protocollo DeFi ha un certo ammontare di fondi bloccati, che viene indicato con l’acronimo TVL. Questo viene spesso trovato su piattaforme di prestito (borrowing e lending), in cui viene indicato per consentire a chi vuole prendere un prestito di sapere quanti fondi sono disponibili. Inoltre, il TVL può essere usato per capire quanto una piattaforma cresce nel tempo e, sommando quello di ogni protocollo, si può conoscere quanti fondi bloccati ci sono sull’intero mercato della DeFi.

IMPERMANENT LOSS e LIQUIDITY POOL: come detto sopra, le Liquidity Pool offrono, appunto, la possibilità di bloccare liquidità in modo da fornirla all’exchange e favorire la fluidità delle operazioni. Chi blocca i propri asset nelle pool, seleziona una coppia di scambio (es. ETH/USDT) e, ogni volta che gli investitori scambieranno su quella coppia, chi ha offerto liquidità riceverà una commissione in base all’ammontare di denaro depositato.

Anche se sembra molto semplice e remunerativo, il servizio di Liquidity Pool, nel peggiore dei casi, può portare all’Impermanent Loss. Ciò accade in momenti in cui il prezzo di uno dei due asset è molto volatile. In questi casi, il controvalore attuale dei propri token sarà inferiore a quello che si sarebbe ottenuto semplicemente holdandoli (Hold: detenere i token senza fare nessuna operazione).

RUG PULL: dato che conosciamo già le IDO, è opportuno illustrare anche gli episodi di Scam e Rug Pull. Lo scam, termine usato anche in altri ambiti, non è altro che una truffa. La Rug Pull, invece, è specifica del settore DeFi. Per Rug Pull si intendono gli episodi in cui, dopo una IDO, a cui spesso segue un forte rialzo del prezzo iniziale, gli stessi sviluppatori vendono tutti i loro token (che rappresentano nella maggior parte dei casi una enorme parte del numero totale di token in circolazione) facendo scendere il prezzo a picco e, di conseguenza, facendo perdere grosse somme di capitale agli investitori.

Attenzione a non confonderle con le Panic Sell, ovvero vendite di massa dovute ad un piccolo calo improvviso del token, spesso dovuto alla liquidazione da parte di una o più whale (balene, ovvero investitori con grossi capitali). Andare in Panic Sell, infatti, può spesso compromettere l’andamento a lungo termine di una moneta. Per avere un’idea chiara del significato, immaginate che qualcuno vi stesse levando il tappeto da sotto i piedi facendovi cadere. Rug Pull, infatti, significa letteralmente questo.

REWARD: è la ricompensa data ai miners per la loro attività di mining. Normalmente viene data al miner che per primo riesce a confermare un blocco di transazioni.

HALVING: dimezzamento della reward per i miners. Il Protocollo informatico di Bitcoin, ad esempio prevede un halving ogni 4 anni: fino al 2012 la reward era di 50 bitcoin, nel quadriennio successivo è stata di 25 bitcoin, ora è di 12,5 bitcoin, nel prossimo quadriennio (2021-2024) sarà di 6,25 bitcoin e così via, si dimezza ogni 4 anni.

INFLAZIONE: è la quantità di un bene, titolo o moneta di “nuova emissione” che nel tempo viene iniettata nel mercato di riferimento. Più ce ne sono più c’è inflazione. Pensate a quando la FED (Federal Reserve americana), stampa dollari e li mette sul mercato, di fatto produce inflazione, perché il valore del dollaro diminuisce essendocene di più in circolazione. Al contrario la scarsità abbassa l’inflazione e aumenta il valore della moneta e quindi il potere di acquisto.

BILLION: miliardo in inglese.

PAIR: Coppia di valute nel trading: ad es. il pair BTC/EUR o ETH/EUR indica il mercato in cui si comprano e si vendono bitcoin contro euro o ethereum con euro.

ROIALTY: diritto del titolare del bene ad ottenere una ricompensa di denaro da parte di chiunque effettui lo sfruttamento di detto bene per fini commerciali e/o di lucro.

STOP-LOSS: programmazione di vendita di un titolo qualora questo scendesse sotto un determinato valore.

TAKE-PROFIT: programmazione di vendita di un titolo qualora questo superi un determinato valore.

VOLATILITA’: caratteristica di un titolo la cui quotazione oscilla velocemente.

I TERMINI PER CAPIRE IL SENTIMENT DEL MERCATO

Nell’universo delle criptovalute sono molti i termini gergali usati per fotografare il sentiment del mercato, vale a dire l’atteggiamento generale degli investitori in un certo momento:

BULL & BEAR MARKET: in inglese “bull” e “bear” significano “toro” e “orso”. Si parla di un “mercato di tori” in presenza di positività, rialzo e crescita, è l’equivalente di “mercato rialzista”. Al contrario, l’espressione “mercato di orsi” significa negatività, ribasso e declino, ad indicare un “mercato ribassista”.

FOMO: acronimo di “Fear of Missing Out” che significa “paura di rimanere escluso”. È la sensazione d’ansia provata da chi teme di essere privato di qualcosa di importante e viene usata quando gli investitori acquistano in gran numero una certa criptovaluta temendo di perdere il momento giusto in caso di un aumento di prezzo.

TO THE MOON: una frase che descrive una situazione nella quale il mercato è ottimista riguardo alla direzione di una determinata criptovaluta. In sostanza, si ritiene che il prezzo crescerà tanto da arrivare “sulla luna”.

FUD: acronimo di “Fear, Uncertainty and Doubt”. Descrive il sentimento di “paura, incertezza e dubbio” causato dalla diffusione di informazioni fuorvianti sulle criptovalute.

WHALE: in inglese significa “balena” e nel mondo degli investimenti indica qualcuno con una grande quantità di capitale. Spesso le balene influenzano i mercati investendo grosse quantità in una criptovaluta minore, per farla salire di valore.

ALCUNE STRATEGIE DA CONOSCERE

Non tutti i possessori di monete virtuali hanno lo stesso approccio operativo. Sono infatti molte le tattiche che si possono applicare nel mondo degli investimenti digitali:

BTD: acronimo di “Buy The Dip”, ovvero “acquista il calo”, descrive l’atteggiamento controcorrente di coloro che, mentre i mercati scendono e la maggior parte degli investitori vende in preda al panico, acquistano criptovalute approfittando del prezzo che cala.

HEDGING: deriva dalla parola inglese “hedge”, che significa “copertura”. Si usa anche nel linguaggio della finanza tradizionale e consiste nell’effettuare una o più operazioni finalizzate a ridurre il rischio legato ad un altro investimento, così da “coprire” eventuali perdite. In pratica medio il rischio facendo hedging.

MARKET CAP: è uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione per valutare la solidità e la fiducia che il mercato ha nei confronti di una moneta. Si chiama anche capitalizzazione di mercato e il suo valore non è altro che il prodotto tra il numero di monete in circolazione per il valore di un singolo token. Nel caso di BTC, che è la moneta con il più elevato Market Cap di tutte, si dovrebbe moltiplicare il valore attuale (agli inizi del 2022 di 42000 dollari) per i quasi 19 milioni di monete circolanti, per un totale di oltre 800 miliardi di dollari. Ether, con i suoi circa 3000 dollari per un ETH a inizio 2022, ha un Market Cap di 400 miliardi.

SATOSHI NAKAMOTO: è il misterioso inventore di Bitcoin. Nessuno è mai riuscito a scoprire chi si cela dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

FINTECH: FinTech o Tecnofinanza è il settore che si occupa dei servizi e prodotti finanziari attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) più avanzate. Queste imprese sono generalmente nuove tipologie di aziende o startup che applicano l’innovazione anche al modo stesso di fare business.

HARD FORK: poiché la maggior parte delle blockchain è decentralizzata, qualsiasi membro della relativa community può proporre delle modifiche per migliorarne il funzionamento. Quando la modifica comporta dei cambiamenti molto radicali nel protocollo al punto che non è più compatibile con le versioni precedenti della blockchain, si effettua un hard fork, ossia una divisione della blockchain. Da questa divisione si generano una nuova blockchain e una nuova criptovaluta.

API: acronimo che sta per Application Programming Interface e indica l’insieme degli strumenti di programmazione che le grandi aziende tecnologiche forniscono agli sviluppatori per facilitare la realizzazione di qualsiasi tipo di applicazioni.

BRIDGE: ponti blockchain. Consentono di trasferire informazioni tra una blockchain e un’altra. Abbiamo già parlato della presenza di più blockchain e fino a poco tempo fa il mondo delle criptovalute procedeva in questa direzione senza porsi il problema. L’avvento delle nuove tecnologie e l’aumento esponenziale del traffico sulle blockchain principali hanno reso sempre più necessario conferire la caratteristica dell’interoperabilità alle catene, ovvero la possibilità di spostare, ad esempio, un’applicazione da Ethereum su un altro sistema, più rapido e meno congestionato, a beneficio di entrambe le piattaforme.

ERC20: è uno standard utilizzato sulla rete Ethereum che introduce una serie di regole per l’emissione di token sulla base di uno Smart Contract. Quindi quando si dice che è un token ERC-20, vuol dire che gira sulla blockchain di Ethereum.

HASHRATE: è la capacità di mining di un determinato hardware. Maggiori gli hash al secondo e maggiori saranno i guadagni derivanti dal suo utilizzo. Le schede video sono principalmente usate nella rete Ethereum, in cui le prestazioni sono ancora valutate in Megahash al secondo. Per Bitcoin le cose stanno diversamente. È molto più complesso fare mining sulla madre delle blockchain e servono macchinari specifici, gli ASIC (miner), con capacità di calcolo di svariati Terahash al secondo (Mega sta per milioni e Tera sta per miliardi). Pensate che una scheda video RTX 3090 ha prestazioni che oscillano tra i 100 e i 150 Megahash su Ethereum, mentre i più comuni ASIC per Bitcoin hanno performance nell’ordine degli 80/90 Terahash. Sebbene questi numeri non siano direttamente paragonabili, probabilmente rendono lo stesso l’idea.

PLAY TO EARN: ultimamente si parla sempre più spesso di questo modello. I giochi play-to-earn, sono basati sulla blockchain e tutto ciò che compriamo sarà nostro per sempre. È rivendibile e in molti giochi è possibile anche guadagnare criptovalute e NFT semplicemente giocando. In questo modo, si conferisce al giocatore un ruolo chiave all’interno del sistema e non più quello di spettatore pagante all’interno di un gioco che comunque andrebbe avanti con o senza di lui.

 METAVERSO: secondo il significato più comune e semplice del termine, è un universo digitale in cui gli utenti possono svolgere le attività più disparate, con o senza realtà virtuale. Se la filosofia del Metaverso non prevede la blockchain come caratteristica propedeutica, lo è all’atto pratico grazie agli NFT. Ultimamente moltissimi giochi si stanno estendendo a questo concetto e tra gli esempi più illustri possiamo nominare Decentraland e The Sandbox, dove si può fare davvero di tutto, comprare e vendere terreni o accessori. Ogni singolo elemento, nel Metaverso, corrisponde a un token non fungibile, cioè a un NFT.

Riproduci video

“LEZIONE N. 4 – GLI NFT

Non Fungible Tokens un non-fungible token (in italiano gettone non fungibile o gettone non riproducibile) è un tipo di token NFT che rappresenta l’atto di proprietà e il certificato di autenticità scritto su blockchain di un bene unico (digitale o fisico). Invece i tokens che abbiamo visto nelle lezioni precedenti sono fungibili cioè scambiabili come la moneta che utilizziamo tutti i giorni (euro, dollari, sterline).

In realtà però c’è molto di più nel mondo degli NFT. Una tecnologia molto interessante che viene già utilizzata da moltissime grandi aziende, in grado di creare marketplace su blockchain di tutto ciò che può essere tokenizzato.

Le definizioni scolastiche difficilmente riescono a rendere, con la dovuta profondità, tutti gli aspetti legati ad una nuova tecnologia. Per questo motivo sarà necessario affrontare alcune delle questioni più importanti che riguardano il mondo dei token non fungibili prima di passare ad argomenti più avanzati ed anche alle possibili applicazioni pratiche e di tipo commerciale.

Non fungibile contro fungibile

La prima cosa da capire è già nel nome di questa tecnologia.

Gli NFT- Non Fungible Tokens – sono contrapposti ai token fungibili, ovvero ai token che non hanno un’individualità specifica e che possono essere sostituiti con altri token dello stesso genere.

Il denaro, anche quello in forma di banconote che abbiamo nel portafoglio, è fungibile per definizione. Se domani dovessimo dare 10 euro a Marco e lui dovesse darci altri 10 euro, non ci sarebbe nessuna differenza nella composizione del nostro patrimonio. Ogni banconota da 10 euro rappresenta un valore identico. E per questo motivo il denaro può essere ritenuto fungibile.

Pensiamo ora però, ad esempio, ad un quadro: è un pezzo unico, non esiste nulla di identico al mondo. Può essere venduto per denaro, ma non può essere scambiato con un quadro identico che abbia lo stesso valore. Un’opera d’arte è per definizione non fungibile, perché non può essere scambiata con un bene generico e identico per valore.

fungibile contro non fungibile token

Gli NFT rappresentano beni non fungibili tra loro, al contrario delle criptovalute.

Gli NFT sono l’opera d’arte, nel nostro esempio e le criptovalute classiche come ad esempio Bitcoin o anche Litecoin (per fare un esempio) sono invece il denaro. Se ci scambiamo un Bitcoin contro un altro Bitcoin, non cambierà nulla nelle nostre composizioni patrimoniali, perché un BTC è sempre identico ad un BTC. Nel caso di possesso di un token NFT invece avremo tra le mani un pezzo unico.

Proprio come i token cripto classici, anche gli NFT vengono scambiati tramite blockchain. Come dovrebbe essere noto, la blockchain che al momento li supporta con maggiore frequenza è Ethereum, che offre due diversi standard ERC per la creazione degli NFT. Come avremo inoltre modo di vedere più avanti, ci sono diversi progetti e blockchain che consentono di creare i propri NFT e scambiarli.

La blockchain offre i vantaggi che tutti conosciamo per questo tipo di scambi: sono registrate e consultabili da tutti, hanno dei meccanismi solidi per validare le transazioni e soprattutto sono liberamente accessibili. Il che vuol dire che verificare la proprietà di un determinato token è semplice.

Il problema degli algoritmi per la validazione degli NFT

Il tema ecologico sembra essere uno degli angoli maggiormente utilizzati dai detrattori del mondo della blockchain e delle criptovalute per attaccare questo tipo di sistemi. La stessa polemica è stata utilizzata anche per segnalare l’impatto ecologico che avrebbero dei sistemi come gli NFT che sono basati su blockchain PoW. Ovvero il vecchio modo – esoso sotto il piano elettrico e dei calcoli – di validare nuovi blocchi di una blockchain.

Sta di fatto che con l’upgrade di Ethereum a 2.0 anche la principale blockchain che oggi supporta gli NFT passerà ad un sistema completamente PoS da qui ad un anno, in grado di consumare 1/100 dell’energia pur offrendo lo stesso livello di sicurezza. Anche l’attacco ecologista, in realtà già oggi molto poco fondato (una transazione di un NFT non ha questo grande impatto), dovrà arrendersi davanti all’avanzare della tecnologia degli NFT.

Metadati

Un NFT include dei meta-dati, che accompagnano al token un’immagine, un file, una traccia audio o qualunque altro tipo di dato. I dati sono sempre liberamente consultabili, almeno sulle blockchain più diffuse per questo tipo di token. Nulla vieta di incorporare, a rappresentazione del titolo di proprietà, un qualunque tipo di dato. Passerà alla storia ad esempio la vendita, da parte di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, del suo primo Tweet. Debitamente trasformato proprio in un NFT.

token nft

Per rappresentare la proprietà

L’utilizzo più comune che possiamo fare degli NFT è la rappresentazione di proprietà digitale. La maggior parte dei sistemi che supportano oggi NFT permettono di tokenizzare un’opera d’arte digitale, che si tratti di un’immagine, o ancora di una canzone, oppure di un video. Sebbene il video sia perfettamente riproducibile, così come l’immagine o la canzone, un NFT rappresenta la proprietà dello stesso.

Per gli artisti (NFT Art)

Tra i primi ad approfittare della tecnologia sono stati gli artisti, che hanno trovato un modo relativamente semplice per supportare la propria arte, con i fan che possono finalmente finanziare opere, che rimarranno tra le altre cose fruibili per tutti. Sono moltissimi gli artisti, digitali e non, che si sono affidati proprio a questo tipo di tecnologia per diffondere le proprie opere e trovare finanziatori.

Abbiamo capito a grandi linee per cosa possono essere utilizzati gli NFT, ma cosa c’entra la blockchain e come funzionano esattamente, sul piano tecnico, questo tipo di token? Dovremo introdurre, al fine di comprendere effettivamente il loro funzionamento, alcuni concetti aggiuntivi.

Gli standard ERC

Anche se la blockchain di Ethereum non è oggi l’unica in grado di supportare gli NFT, è da questa che dovremo partire per un esempio il più generale possibile, per comprendere il funzionamento dei token NFT. Il più importante degli standard utilizzati oggi è ERC 721, che prevede delle regole relativamente semplici per la creazione, sulla blockchain di Ethereum, di un token unico. Lo standard in questione è lo stesso, ad esempio, utilizzato da progetti come Decentraland, come CryptoKitties e anche come CryptoBeasties.

La creazione del token NFT

Il token viene creato sulla blockchain, incorporando un ID unico che lo rappresenta e con delle indicazioni sui metadati che incorpora.  È in questa fase che realizziamo un token unico, che è diverso da tutti gli altri NFT e che viene univocamente identificato. La creazione assegna anche questo token ad un portafoglio in grado di fare storage di token ERC 721, o in alternativa dello standard ERC che abbiamo deciso di utilizzare.

come funzionano gli nft

Il possibile scambio (comprare e vendere nft)

Trattandosi di token crypto a tutti gli effetti, che vengono appunto supportati da una vera blockchain, questi token possono essere scambiati sia tramite smart contract sia invece tramite scambio manuale. Sono a tutti gli effetti degli asset che possiamo comprare e vendere – e a questo scopo sono anche nati tantissimi mercati che permettono aste o accordi privati.

Cosa rappresenta il token?

La proprietà – anche se in alcune giurisdizioni non è ancora perfettamente chiaro come tali diritti potranno essere fatti valere. Quello che importa, almeno per il momento, è che la blockchain può garantire dei buoni livelli di sicurezza tanto per la conservazione dei token NFT, tanto per lo scambio. Chi segue il mondo delle criptovalute da tempo saprà bene che questi sistemi sono tra i più sicuri per rendere permanenti dei trasferimenti. Questo concetto, applicato al mondo degli NFT, espone all’enorme potenziale che questa tecnologia potrà avere in futuro, anche in mercati economicamente importanti come quello dell’arte.

Bragging rights

Ovvero in italiano il diritto di vantarsi. Gli NFT spostano sicuramente il concetto di proprietà e di possesso in un campo completamente nuovo. Se dovessimo guardare alle aste che hanno avuto maggiore successo negli ultimi tempi, si tratta di passaggi di proprietà di oggetti digitali che sono in realtà nella disponibilità di tutti. Tutti possono ancora leggere il primo Tweet della storia, così come tutti possono tecnicamente copiare all’infinito le opere d’arte di Beepsy che sono finite all’asta da Christie’s.

Cosa ha acquisito in realtà chi ha comprato questo tipo di token? La proprietà in senso stretto, che dato che non offre in questo caso il godimento esclusivo del bene – che rimane digitale ed accessibile a tutti – è stata considerata da alcuni commentatori come un mero diritto a vantarsi della proprietà stessa.

Il diritto di vantarsi, ma non solo. Dagli NFT può uscire rivoluzionato il concetto di proprietà.

In realtà ci sono molti altri livelli coinvolti nell’utilizzo degli NFT. Pensiamo a casi come quello di Decentraland, dove i token NFT LAND permettono di avere utilizzo esclusivo e privilegi su una zona virtuale del gioco. In quel caso uno degli attribuiti fondamentali della proprietà, ovvero il potere di poter escludere qualcuno, è pienamente conservato. Lo stesso si può dire di sistemi, come i fan token, dove il possesso di determinati token NFT offre privilegi speciali e accesso a merchandising. In quel caso l’NFT attribuisce davvero al proprietario un diritto esclusivo, che i non proprietari non hanno.

Gli NFT offrono un modo sicuro, rapido ed economico per tokenizzare opere dell’ingegno umano e per trasferirle ad altri in modo sicuro. Che poi si faccia affidamento sulla rete di Ethereum o di Tron, oppure ancora sui tanti sistemi di nicchia, poco importa.

Così come poco importa quali saranno i campi di applicazione presenti e futuri di questa tecnologia. Perché è vero che la moda ha creato delle aste dalle chiusure quasi impossibili da comprendere per una mente ragionevole. Ma è altrettanto vero che si tratta nei fatti di operazioni pubblicitarie in piena regola, che non hanno nulla a che vedere con il futuro effettivo di questa tecnologia.

Migliori 7 crypto-progetti sul mondo degli NFT

1- Theta è una blockchain avanzata nata per offrire una distribuzione decentralizzata dei contenuti video, cercando di superare il concetto di CDN attualmente utilizzato dai principali servizi di streaming a livello mondiale.

Tra i co-fondatori del progetto troviamo Steve Chen, a suo tempo fondatore di YouTube e in grado di attirare le attenzioni anche di grandissimi gruppi, così come è testimoniato dalla partecipazione di Sony, Google e Samsung al progetto.

Con il passaggio alla versione 3.0, Theta supporta anche la creazione di NFT, che potranno essere gestiti internamente alla rete, pagando le fee e il gas con il token parallelo TFUEL. Il progetto è in fortissima crescita dall’inizio del 2021 e sebbene non concentrato soltanto sugli NFT, riuscirà a creare ulteriore entusiasmo proprio grazie al supporto che offre q questa tecnologia.

2- Chiliz, la blockchain che è collegata al mondo dei fan del calcio e degli sport in generale ha stretto già importantissime collaborazioni con tutti i principali club europei.

Tra l’Italia ed Europa, troveremo team del calibro di Milan, Juve, Barcellona e Paris Saint Germain e molte altre squadre.

Un progetto commercialmente forte, che ha stretto di recente un accordo con Chailink per iniziare a creare degli NFT in tempo reale. Saranno degli NFT, almeno secondo i progetti, estremamente innovativi. Perché grazie agli oracoli di Chainlink, potranno essere creati NFT il cui valore e funzionamento è legato ad eventi sportivi in tempo reale.

3- Enjin Coin è il token di una blockchain tra le più complesse e integrate attualmente disponibili a mercato. Il suo focus? Il mondo dei videogiochi online e tutto quello che gli ruota intorno, anche in termini di community.

Al suo interno infatti possiamo trovare un’ottima infrastruttura per lo scambio di item rari o unici di diversi giochi online. In aggiunta, con il servizio Beam viene offerto supporto anche ai content creator per l’espansione della propria audience.

Il token di riferimento, Enjin Coin (ENJ), è stato oggetto di una delle crescite più incredibili del 2021 ed è utilizzato all’intento della piattaforma come valuta franca. Un progetto integrato, che guarda al mondo dei videogiochi online e dei content creator  che potrebbe dire la sua in uno dei comparti potenzialmente più lucrativi del futuro delle blockchain.

4- Decentraland è un mondo virtuale in stile Second Life (che molti tra i nostri lettori non più giovanissimi ricorderanno) o se vogliamo in stile Minecraft.

Anche questo progetto fa ampio ricorso agli NFT, tramite i suoi token LAND, che rappresentano un piccolo appezzamento di terra all’interno di questo universo virtuale. Decentraland utilizza un doppio sistema di valuta: da un lato abbiamo i MANA, che sono il denaro fungibile del gioco, dall’altro lato invece abbiamo i token LAND, che rappresentano la proprietà di spazi virtuali sopra i quali possiamo creare e installare delle attività commerciali, sempre virtuali o qualunque altro tipo di costruzione idonea per il gioco. È questo uno dei casi tipici di applicazione del concetto di NFT.

Ogni token non è fungibile e incorpora la proprietà dell’appezzamento e la localizzazione dello stesso. Possiamo vendere e comprare il token, che non è uguale a nessun altro dei token LAND presenti nel gioco.

5- Flow è un’infrastruttura blockchain dedicata esclusivamente al mondo degli NFT. È la piattaforma di riferimento per la creazione e il commercio dei popolari NBA Top Shot ed è stata scelta anche da UFC per la sua prossima serie di collezionabili digitali.

Il token di riferimento è il fuel del progetto e deve essere utilizzato per pagare le transazioni, costituendo così un buon investimento nel caso in cui Flow come progetto dovesse continuare a crescere, in senso commerciale.

Di Flow non possono che interessare le partnership molto importanti che sono state già chiuse dal gruppo. NBA, Samsung, Dr. Seuss, Warner Music Group. Un gruppo eterogeneo di grandissime imprese, che testimoniano la bontà del progetto. Flow è ad oggi una delle blockchain più interessanti, commercialmente parlando, tra quelle che possono offrire supporto al mondo dei token non fungibili.

6- Wax è una blockchain molto interessante, perché integra anche un marketplace di NFT che ha già attirato le attenzioni (e le creazioni) di pezzi grossi del settore entertainment.

È stata questa la blockchain che ha ospitato le aste di deadmau5, nonché la creazione e la vendita di NFT da parte di Atari Capcom, due aziende importantissime del settore videogiochi.

La blockchain di WAX è governata dai token WAXG e retribuisce i partecipanti tramite Ethereum. È ad oggi una delle più sviluppate del settore, offrendo anche dei toolkit per sviluppare App decentralizzate e per supportare la costruzione di contratti e di scambi automatici. Il progetto è ancora in divenire, sebbene abbia già stretto delle collaborazioni molto importanti. A breve sarà anche disponibile l’interoperatività con gli standard ERC 721 e ERC 1115 di Ethereum.

7- MyNeighborAlice, un altro progetto di mondo virtuale, un videogioco al quale partecipare via internet, che ci permette di acquistare NFT che rappresentano oggetti, proprietà immobiliari, abiti e qualunque altro tipo di item che può essere creato nel gioco. Anche questo è un caso di applicazione piuttosto tipico per il mondo degli NFT, che verrà con ogni probabilità riadattato e replicato anche da realtà ben più forti commercialmente.

Il progetto si basa su due livelli: c’è chi vuole semplicemente godersi il gioco e può partecipare all’ennesimo multi-verso che, per ammissione stessa degli autori, è fatto per ricordare molto da vicino il mondo di Animal Farm e attirare al tempo stesso i collezionisti attratti dagli NFT.

Il progetto è ancora in fase relativamente embrionale, anche se ha già un discreto seguito e un buon numero di NFT che sono stati prodotti. I token NFT più importanti rappresentano la proprietà delle isole virtuali nell’universo di MyNeighborAlice.

Dove comprare NFT (e venderli)

Puoi comprare NFTs, sia per speculare, quindi fare trading di Non Fungible Tokens a breve termine, che per strategie HODL (tenerli in portafoglio a lungo termine). Per comprare NFTs in modo sicuro hai a disposizione molte piattaforme sul mercato, alcune nate proprio per offrire questo genere di servizi mentre altre li hanno integrati successivamente.

Le migliori piattaforme per comprare NFT sono:

DOVE COMPRARE NFTVOTO PIATTAFORMA
Opensea⭐⭐⭐⭐⭐
Rarible⭐⭐⭐⭐
SuperRare⭐⭐⭐⭐
Binance NFT⭐⭐⭐
Crypto.com NFT⭐⭐

In che modo gli NFTs possono entrare nella vita di tutti i giorni?

Gli NFT, sebbene molto popolari, non sono ancora parte della vita di tutti i giorni per il grande pubblico. O meglio, lo stanno diventando lentamente, anche grazie a progetti che coinvolgono già il mondo dello sport, dei film, degli oggetti da collezione dei videogiochi. In aggiunta gli NFT potranno essere utilizzati in futuro anche per il tracciamento delle filiere e per la verifica dell’originalità dei capi di abbigliamento, cosa che in realtà già esiste presso un popolarissimo brand di abbigliamento sportivo.

Esempi di alcuni impieghi dei NFT

Se è vero che gli NFT sono ancora qualcosa di nicchia, è altrettanto vero che ci sono già moltissimi progetti che ne fanno un utilizzo concreto. Qui citeremo alcuni dei progetti più interessanti che sono già in piena corsa e che hanno dimostrato, se ce ne fosse ancora il bisogno, che in realtà il mondo degli NFT può offrire moltissimo anche a settori diversi dalla speculazione sull’arte.

Decentraland e i videogiochi

Ne abbiamo già parlato nella sezione specificatamente dedicata ai migliori sistemi NFT presenti attualmente sul mercato. Quello di Decentraland può essere un caso pilota, che potrebbe essere rivisto e migliorato da progetti commercialmente più strutturati. Non è detto che nel futuro non potremo vedere tali sistemi applicati anche a giochi più diffusi, come ad esempio World of Warcraft e tutti gli altri di grandissimo successo.

NBA Top Shot

Il mondo delle figurine e del fantasy basketball si è già trasferito, almeno in parte, sugli NFT. Il progetto NFT Top Shots ne è la riprova. Gira su infrastruttura Flow – della quale abbiamo già parlato all’interno di questa guida – e distribuisce dietro pagamento delle figurine digitali dei migliori giocatori dell’NBA. E i giocatori più forti, come LeBron James, sono finiti all’asta per valori a sei cifre.

UFC: collezionabili

Anche il popolarissimo circuito dell’MMA presto farà il suo esordio su rete Flow, offrendo oggetti da collezione digitali proprio tramite tecnologia NFT. Un altro franchise di enormi dimensioni che sceglie la via del digitale del futuro, riconoscendo quanto di buono può offrire un sistema di questo tipo anche ai collezionisti sportivi.

Sorare: il fantacalcio globale

Un altro dei progetti molto interessanti che oggi utilizzano tecnologia NFT è Sorare, che offre una sorta di gioco di Fantacalcio su scala globale, che si appoggia anch’esso al mondo degli NFT. Anche in questo caso siamo davanti ad un progetto decisamente avveniristico e che punta sulla migliore tecnologia possibile per la gestione di card multiple e anche uniche. Esempio della card di Cristiano Ronaldo che è stata venduta a poco più di 290.000$.

Nike e le CryptoKicks

Uno dei marchi più popolari del mondo dello sport ha iniziato già da tempo a pensare a come sfruttare l’incredibile moda degli NFT. E lo ha fatto tramite il progetto CryptoKicks, scarpe tokenizzate all’interno della blockchain di Ethereum. Il sistema in futuro potrà essere utilizzato anche per certificare la scarsità di determinati modelli da collezione e la loro originalità.

I token NFT sono la moda del momento, nonostante siano ormai in circolazione da diversi anni, seppure precedentemente in forme molto meno evolute. Se da una parte c’è sicuramente la moda a spingere i prezzi in alto, dall’altra parte troviamo un’applicazione concreta – anche commercialmente – sempre più vasta per questo tipo di prodotti.

La nascita di moltissime blockchain in grado di supportarli – che abbiamo adeguatamente illustrato nel corso della nostra guida di oggi – ci racconta di una situazione embrionale, ma che sta rapidamente prendendo trazione all’interno del mondo della blockchain e anche nei mercati per lo scambio di diritti di proprietà.

La tecnologia NFT può rivoluzionare il mondo dei videogiochi, dei collectibles e anche della finanza decentralizzata, così come è già ampiamente impiegata nella gestione e nel controllo delle filiere e delle catene del valore. Il potenziale è enorme, nonostante oggi se ne parli quasi esclusivamente per le aste dai prezzi folli che raggiungono le prime pagine dei giornali.

Siamo ancora in una fase estremamente sperimentale del mondo degli NFT e i prezzi di alcuni dei beni andati all’asta riflettono proprio questo stato estremamente acerbo della tecnologia e dei mercati che ci girano intorno. Ci sono però altre considerazioni da fare a riguardo, evitando di scadere in banalità che non ci aiutano affatto a capire il presente e il futuro di questo tipo di ecosistemi.

Sì, saranno un canale validissimo per la proprietà di opere artistiche

Su questo abbiamo pochissimi dubbi. Le aste che si sono già tenute da Christie’s e da Sotheby’s faranno da apripista ad un ingresso massiccio della tecnologia NFT all’interno dei mercati dell’arte. Riteniamo che non ci sia alcun tipo di dubbio a riguardo: gli NFT sono un modo intelligente, rapido, sicuro ed economico per scambiarsi la proprietà, digitale e non, delle opere d’arte.

Rivoluzione per il mondo dei videogiochi

Erano già diverse le aziende che si trovavano a gestire complessissime economie, non avendo però la possibilità di delegare gli scambi a sistemi terzi efficienti come le blockchain che ospitano gli NFT. Abbiamo già dimostrazioni chiare del fatto che gli NFT diventeranno lo standard per qualunque tipo di mondo virtuale, presente e futuro. E chi non si adeguerà, finirà per perdere una quantità di profitti enorme.

Gli NFT saranno una svolta anche per i collezionisti

E anche su questo c’è davvero poco di cui dubitare. Non parliamo soltanto delle collezioni di opere digitali, ma anche di oggetti fisici. Immaginiamo ad esempio il settore delle carte collezionabili, che oggi vede tantissimi speculatori prendere parte alle aste. Una carta Pokemon o Magic the Gathering può superare anche i 100.000$ di valore. Spostarle fisicamente è costoso e rischioso. Quando emergeranno enti terzi a garanzia della transazione, potranno essere custodite in banche o servizi di custodia e a passare (e garantire il passaggio), sarà soltanto il token NTF che rappresenta la proprietà della carta.

Considerazioni finali

I token NFT sono in parte moda, in parte una soluzione tecnologica molto interessante, che potrà davvero fare la differenza nella gestione delle proprietà digitali e non. Anche per chi volesse investire in questo settore ci sono oggi due strade: puntare su opere d’arte esclusive – e dunque speculare sulla loro possibile rivalutazione, oppure puntare sui token dei progetti che le ospitano. Due strade molto diverse, che si incrociano proprio con gli NFT: token dei quali continueremo a sentire parlare anche quando l’hype sulla stampa non specializzata si sarà finalmente affievolito.

Un rumore di fondo che non permette a tutti di comprendere l’effettivo funzionamento di questi circuiti e di questa tecnologia. Un rumore che abbiamo deciso di eliminare proprio con questo approfondimento, con un mix tecnico e finanziario di una delle realtà più interessanti – insieme alla finanza decentralizzata, del mondo delle blockchain e delle criptovalute.

“LEZIONE N. 5 – GLI ORDINI SPOT SU BINANCE

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